Il convegno nasce dall’iniziativa della Fondazione Qatar Social Work, fondata da sua altezza, la principessa Sheikha Moza bint Nasser, con l’obiettivo di dare voce e affrontare i problemi delle persone disabili in tutto il mondo.
Delegati delle Nazioni Unite, Organizzazione Mondiale della Sanità, Unicef e di numerose altre organizzazioni, istituti di ricerca e università da tutti i continenti hanno affrontato i principali problemi da risolvere a livello globale per creare una società che includa le persone disabili e lotti contro i pregiudizi.
Il problema della disabilità è in aumento nei paesi in via di sviluppo a causa delle guerre, delle condizioni di vita, delle malattie. Qui le persone disabili vivono spesso in povertà e hanno difficoltà a frequentare le scuole e ad avere un’educazione adeguata.
Il problema coinvolge però anche i paesi più economicamente sviluppati, dove la discriminazione e la marginalizzazione dei disabili resta un limite spesso invalicabile.
Ma cos’è la disabilità?
Il primo problema forse è iniziare proprio a definirla
sostiene sua altezza Sheikha Moza bint Nasser.
Attualmente c’è una visione principalmente fisica della disabilità, quella che si vede.
È necessario andare oltre questa visione superficiale e incominciare a preoccuparsi anche di quella che non si vede, psicologica, etica, che colpisce la persona ma anche la famiglia. Ogni forma di esclusione, prevaricazione, aggressione è disabilità che potremmo chiamare disabilità sociale e politica.
In Qatar c’era anche un po’ di Piemonte rappresentato dalla Fondazione Rebecca, unica organizzazione italiana invitata a partecipare.
Ho avuto l’onore di rappresentarla insieme al presidente Deborah Nicoloso.
Da anni lavoro con adulti e bambini al tema dell’inclusione relazionale, ai processi di consapevolezza emotiva e fisica e alla riduzione dello stress nei contesti organizzativi grazie alla mindfulness.